FUORI DAL “CLUB”
Da qualche anno a questa parte sto seguendo una serie televisiva americana intitolata Spartacus, narra le gesta del gladiatore Spartaco, mi ha talmente appassionata che , ogni volta che viene messa in onda continuo a guardarla e riguardarla a tal punto che ho memorizzato non solo le scene ma anche le battute!
Devo dire che non è stato solo ‘amore a prima vista’ per il racconto mitologico ma anche motivo di una profonda riflessione più o meno personale.
“Non ho potuto fare a meno di notare alcune scene, dove il relazionarsi, il frequentare, l’amare persone di diverse razze oppure dello stesso sesso nell’antichità greco-romana non era un problema anzi rientrava nella quotidianità, nella normalità, nessuno ci faceva caso; esempi purtroppo ormai remoti, si parla del periodo 80/90 a.c. circa…
Ora io mi chiedo, siamo nel 2022 ma siamo davvero pronti a questo?
Eppure la storia insegna.”
Lo dico perchè vivo in una piccola realtà della Romagna, dove tutti si conoscono e sanno tutto ma nel contempo esiste una forma di ‘razzismo’ parola forte lo so, diciamo ‘discriminazione’ forse è un pò più morbida, nei confronti di persone della stessa nazionalità.
“Abito in questo paese da ormai trentadue anni, sono una dei tanti milanesi che si sono trasferiti, definendomi pìù romagnola che milanese ciononostante, sono ancora additata come ‘quella’che viene da fuori.
Ecco perchè sospetto che ci vorrà ancora tanto ma tanto tempo, tanti esempi, tante discussioni prima che avvenga un vero e proprio cambiamento globale.
Se non siamo pronti ad accettarci nel nostro piccolo, come possiamo accogliere individui ‘diversi’da noi??
Lo so sono parole che neanche dovrei usare ma lo faccio per sottolineare ancora di più che purtroppo nulla è stato modificato.”
Ma ciò che prima era la normalità ora non lo è più, cos’è successo?
“Quali sono state le dinamiche che hanno cambiato in maniera così radicale il modo di vedere gli esseri umani?
Eppure se ci fermiamo un attimo a riflettere, il colore del sangue è rosso per tutti, la gioia come il dolore idem e via dicendo…
Mi viene in mente una situazione successa anni fa leggendo un articolo su di un quotidiano nazionale, raccontava di una persona italiana, in attesa di un trapianto di rene, salvata grazie alla donazione da parte della famiglia del deceduto di origine marocchina se ben ricordo; quale esempio migliore per dimostrare che siamo tutti uguali!
Allora è solo una questione di convenienza?
Forse due domande dovremmo farcele…”
In alcuni casi accettiamo la diversità, in altri invece rispondiamo con ritorna al tuo Paese??!!!
C’è qualcosa che non quadra oppure mi è sfuggito qualche particolare?
Cos’è che scaturisce nella mente delle persone per sentirsi migliori, superiori, rispetto ad un’altra?
“Nonostante ci siano stati dei miglioramenti, per me sono solo dei tentativi superficiali, un cercare di mettere zucchero sopra il sale, per il quieto vivere che poi alla fine che vivere è?
Io vedo ancora omosessuali, persone di colore (ripeto e sottolineo che mi dispiace fare questa classificazione), portatori di handicap, messi al bando, derisi, perfino uccisi dall’intera società globale.”
Uuhhhmmmm mi sa che non siamo ancora disposti al cambiamento.
Lo vogliamo o no??
“La butto lì, potrebbe essere un’idea… Forse si potrebbe iniziare provando ad essere tolleranti con noi stessi in primis, cominciando dai nostri difetti ancor prima dai nostri pregi, passando alla nostra famiglia, ai nostri parenti, spostandoci verso i nostri vicini, verso i nostri concittadini e via via dicendo espandendoci sempre di più fino ad arrivare a stendere questa rete di accettazione, di accoglienza al Mondo intero.
Sarebbe bello far risuonare nelle nostre menti come un mantra, la canzone Immagine di John Lennon, ve la ricordate?”
Immagine all the people, living’ life in peace…
Già…