CIAO MILANESE

CIAO MILANESE

Stamattina erano più o meno le cinque quando mi sono svegliata, cominciava ad albeggiare… Un orario insolito anzi solitamente è il momento in cui dormo profondamente visto che da cinque anni a questa parte soffro d’insonnia e mio malgrado non riesco ad addormentarmi prima delle quattro…
“La prima cosa che ho fatto, quasi incosapevolmente è stata quella di asciugarmi con la mano una lacrima che mi scorreva sul viso, neanche il tempo di realizzare cosa stava succedendo che mi sei venuto in mente, ricordavo infatti di non avevo fatto nessun sogno e nemmeno avuto un incubo, il primo pensiero è stato il tuo nome, caro amico mio.
Claudio non c’è più e le lascrime continuano a solcarmi il volto, non mi piace e non voglio usare il terrmine morto, non lo voglio proprio, non riesco ad accettare ciò che è accaduto, ci hai lasciato con tanti ma, con tanti se e con tantissime cose ancora da dire e da fare, quei piccoli progetti quotidiani che rendevano i giorni uno diverso dall’altro.”
Sai Claudio ora le giornate si stanno allungando è quasi primavera, un pò freddina anzi parecchio, ma a te non importava della temperatura non usavi neanche il riscaldamento! Che peccato ci saremmo potuti trattenere qualche momento in più fuori dal locale, “ti rivedo spipacchiare il tuo sigaro e leggere la Gazzetta dello Sport cercando notizie del tuo Milan ed io intenta a progettare la mia prossima scarragnata con il mal capitato di turno, che ridere…
Ora più che mai mi manca poter prendere un caffè con te, scambiare due chiacchiere, quattro risate e qualche vaffa, devi saper che al pomeriggio passo spesso davanti al ‘nostro’ bar, guardo il tavolino dove prendavamo posto ma, se prima ti cercavo per vedere se eri arrivato prima di me ora i miei occhi ti cercano con l’illusione e la speranza che tu possa tornare, ma non è così, non lo sarà mai più purtroppo.”
“Con te il tempo scorreva serenamente, una cosa piacevole tra le tante da ricordare, era che mi dimenticavo di avere un cellulare o meglio uno smartphone, con te si viveva in un mondo vero, reale, fuori da tutti i social, da tutti i selfie, da tutti gli hastags, da tutti i like e follows, tornavo a casa e mi accorgevo di non aver usato il telefonino, fantastica questa cosa!” L’unico rammarico però, è quello di non aver mai fatto una foto con te ma di averti scattato solo qualche foto con Wasabi, ti correva sempre incontro ricordi? Sapeva che avevi già preparato il biscottino per lei.
Dicono che il cuore umano non può contenere più di una certa dose di disperazione, quando la spugna è imbevuta può passarvi sopra il mare senza farle assorbire una lacrima di più.
“I casi sono due, perlomeno per me, ognuno di noi può anche confrontarsi con altre ma persone alla fine torna a compararsi sempre con sé stesso, quindi mi piacerebbe sapere, vedere, quanto dolore può ospitare il mio cuore perchè facendo una botta di conti se non vado errando è in procinto di tracimare oppure la mia anima è completamente e totalmente di origine spugnosa e come sappiamo a differenza del nostro organo pulsante che è di piccole dimensioni più o meno come il pugno della nostra mano, l’anima invece non è possibile circoscriverla, per come la penso, la si potrebbe immaginare e paragonare alla stessa grandezza dell’Universo.”
“Ma allora nel caso della seconda ipotesi , con tutte le situazioni sgradevoli, i dispiaceri, le volte in cui mi sono sentita ferita, le volte in cui ho provato dolore anche per situazioni altrui, se così fosse, praticamente avrei versato solo qualche lacrima in questo vaso universale…
Mamma mia, meno male che non c’è nessun l’obbligo, nessun premio, nessun traguardo per colmare questa ‘coppa’, altrimenti sai quanto dolore ancora, infinito!!”

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