FATTELO UN TATUAGGIO
“Parto subito con una piccola premessa, così, d’emblée!”
Ho cominciato a tatuarmi trentadue anni fa, quando da Milano mi sono trasferita in Romagna, premetto che non c’è niente di male farli in qualsiasi parte del mondo, ma è solo per ricordarlo a chi ancora mi giudica e mi etichetta come la tatuata milanese ovviamente non con affetto, detto questo, oggi volevo parlarvi dei miei tatuaggi, meglio ancora perchè continuo a farli ogni due o tre mesi.
La scorsa settimana mi sono tatuata il collo! Awesome!! Amazing!!!
“Credo fermamente di avere una forte dipendenza da inchiostro!
Non mi sono mai pentita di averli fatti, mai!!
Sono una drogata di biossido di titanio, nero, rosso, verde, giallo, sfumature comprese!
Ebbene si, questa dipendenza si è fatta sentire ancora più forte negli ultimi anni, praticamente non faccio in tempo a terminare un tatoo che già sto pensando al prossimo.
Ho bisogno di una dose trimestrale di colorazione!!”
Non è neanche bastato il male che ho patito, perchè ‘inchiostrarsi’ in alcune parti del corpo dove la pelle è più sottile, dove c’è poco tessuto muscolare ma più ossa, devo dire che non è proprio indolore anzi…
“Ogni volta mi dico: basta Ombre questo è l’ultimo anche perchè c’è la parte curativa, un pò noiosetta da fare, che consiste nel tenere costantemente la pelle idratata con creme, lavare la parte in questione con detergenti delicati per permettere di avere una guarigione senza nessun tipo di problema che può variare dalla perdita del colore fino ad arrivare alle infezioni, il derma deve ‘respirare’ quindi non deve essere coperto da nessuna biancheria, consiglio per i freddolosi: non fatelo d’inverno vi congelerete, non deve essere esposto direttamente ai raggi solari altrimenti sentirete come brucia, ricordiamoci che per quanto sia bello e desiderato si tratta sempre di una ferita.”
Però io in merito a tutto ciò una riflessione la sto facendo, mi sto chiedendo come mai continuo e continuerò a colorarmi il corpo, “è qualcosa che va oltre al semplice piacere di vedermi tutta ‘impiastricciata’ e colorata.”
Forse una risposta c’è, non so se è quella giusta ma è la più probabile, si tratta di una valvola di sfogo…
“Ognuno parla della propria esperienza personale, si confronta con se stesso, quindi deduco che, avendo sofferto tanto nella mia vita, ho diverse ferite invisibili, quelle dell’anima, quelle che cerchi di nascondere dietro a sorrisi, quelle che nessuno a parte chi ti conosce realmente e profondamente può sapere, che in qualche modo devono uscire ed escono quando non è sufficiente piangere, urlare, tirare pugni contro il muro e qualsiasi altra pratica che può alleviare la tua sofferenza, nemmeno il passare del tempo a volte può bastare…
Evidentemente soffrire per un tatoo è come far uscire dal proprio corpo la sofferenza interiore, un modo per alleggerire la propria anima.”
“Forse è così o forse no, ma è una variante di ‘droga’ bellissima, che non ha nessun effetto collaterale se non quello di spendere un pò di soldini…
Un tatuaggio è per sempre, il dolore no!!!”