INFERNO
“Welcome to Hell…
Benvenuta all’Inferno.
Giravo l’angolo, imboccavo la via e le mie mani cominciavano a tremare, tutte le mattine da due mesi a questa parte.”
“Davanti a me in lontananza si poteva scorgere il mare sovrastato però da una miriade di ombrelloni aperti, il riverbero del sole sulla sabbia cocente, il brusio delle persone appollaiate sui lettini da mare che si faceva sempre più incalzante fino ad assomigliare al suono della cavalleria che combatte sul campo di battaglia… un incubo.”
In quei pochi metri che mi separavano dal luogo di lavoro cercavo con tutte le mie forze di raccogliere tutte le energie, tutta la concentrazione, tutta la buona volontà per affrontare la giornata lavorativa ma si faceva sempre più dura complice un caldo asfissiante che durava ormai da un mese!
“Entrando al bar mi dirigevo dietro il bancone come un gladiatore sfinito dalle tante sfide, avevo uno stordimento tale dato dalla numerosa clientela che affollava il locale, una mole di lavoro indescribibile che, ogni volta, era come prendere uno schiaffone sul coppino che durava per tutte le nove ore di lavoro consecutive, dieci minuti per bermi uno shake di trenta grammi di proteine, fumare una sigar pari alla velocità della luce e via di nuovo così con nonchalance, per poi arrivare alla sera a casa praticamente priva di energie, sforzandomi al massimo per fare una doccia…
Le colleghe?
Behh, lasciamo stare va bene così, io alla fine sono un animaletto solitario…”
Stop!
Finita!
Uno zombie!
Non riuscivo nemmeno a cenare, 6 chili persi nell’arco di venti giorni, imbottita di integratori, vitamine, caffè, melissa e chi più ne ha più ne metta!!!
Assurdo!!
Ansia!!!
“Per non parlare poi del mio tempo di reazione, questo mi ha veramente fatto riflettere, ero arrivata al punto di non riuscire a rispondere prontamente a qualsiasi domanda mi veniva fatta, quando dovevo attraversare la strada non ero in grado di calcolare la distanza tra me e la macchina rischiando di farmi investire, non riuscivo nemmeno ad andare in bagno ero completamente bloccata vi lascio immaginare che bella sensazione, scombussolata all’ennesima potenza, passavo l’aspirapolvere alle undici di sera, stendevo i panni durante la notte, la cognizione dei giorni persa, tutto era confuso, strampalato, fuori orario, non combaciava nulla, di-su-ma-no ecco la parola giusta!
Stress a livello astronomico!!!”
Alt!!!
Tilt!!
Basta!!
“Ombretta devi assolutamente fermarti, così in un modo o nell’altro ci rimetti le penne!!
Hai considerato questa possibilità vero?
Hai pensato che sei sola e se ti fermi, se ti succede qualcosa chi provvederà a te?
Si, stavo proprio pensando a questo…
Ho preso una decisione, quella di dare le dimissioni, non potevo spingermi oltre, la corda era già ben tirata!!”
O dentro o fuori, non c’è altra soluzione!
“Non è fattibile, ero veramente oppressa da questo lavoro, non avevo più una vita, non sentivo più la mia vita ero ridotta ad un’automa priva di riflessi e di facoltà…
Credetemi non è mancanza di volontà, ce l’ho messa tutta, pensate che negli ultimi giorni i miei muscoli erano talmente indolenziti che non avevo neanche la forza di aprire il tappo della bottiglia dell’acqua infatti bevevo quella del rubinetto, mai provata una stanchezza, una spossatezza così intensa e persistente.
Va bene il lavoro, va bene i sacrifici, va bene tutto ma in questo modo spremuta come un limone fino all’ultima goccina anche no, grazie.
Non ci si può ridurre ad un’ameba per una lavoro stagionale che dura quel che dura, sette giorni su sette, muscoli doloranti, piedi gonfi come delle zampogne ho speso più soldi in questo mese di quanti ne ho guadagnati per comprare ogni sorta di scarpe o sandali per poter lavorare a piè leggero senza ottenere un minimo di miglioramento, incubi notturni quando andava bene e ansia che non ti mollava mai!!”
Provare per credere, purtroppo non è una semplice lamentela ma un dato di fatto!
Comunque non demordo, ho solamente riequilibrato un pò di cose e sono già pronta per una nuova avventura, bye bye.