BAR ARNO Correvano gli anni ’50

BAR ARNO Correvano gli anni ’50

… Dove ora vengono preparate e servite colazioni, bibite e cocktails e molto altro, una volta si
faceva il carbone…

Bar Arno, locale storico di Cattolica.
Il suo nome, scelta non del tutto casuale situato in via Fiume, una delle strade principali che conducono al mare e dove, nel sottosuolo sotto strati di asfalto scorre tuttora un fiumiciattolo che se non erro si chiama Guazzo; inoltre essendo stato trasformato da carbonaia a pensione con bar aperto al pubblico alla fine degli anni cinquanta quando ancora non esisteva tutto la tecnologia dei giorni nostri, la lettera A di Arno era facilmente rintracciabile e risultava nelle prime posizioni dell’elenco telefonico ormai dimenticato e fuori uso.
Per circa due decenni nel pieno boom economico l’attività lavorava tantissimo, i tre piani adibiti a pensione erano sempre un continuo andirivieni di turisti, la nonna paterna si occupava della cucina ed il bar era gestito dal papà di Carlo, Giuseppe Masini detto Fadigòn che fra le altre cose era un appassionato di basket, al suo interno vi era una grande sala con tavolo da bigliardo e tanti tavolini pronti ad ospitare forti ed incalliti giocatori di carte provenienti soprattutto dalla vicina Pesaro.
Passano diversi anni e cambiano alcune situazioni, nel 2005 l’Arno da pensione venne trasformato in mueblè per poi diventare definitivamente nel 2010 un residence; Carlo nel frattempo cresce e, tra un periodo di studio e l’altro inizia a lavorare nel locale ed organizza inizialmente qualche evento per intrattenere alcuni amici, già balenava nella sua testa l’idea di diventare un programmatore di eventi cosa che riuscirà a sviluppare a tempo breve.
La sua laurea nel 2005 al DAMS di Bologna indirizzo Cinema con specializzazione in restauro e conservazione e successivamente nel 2007 con il Master ad Amsterdam sempre per quanto riguarda il cinema, la cultura e l’arte, lo portano ad avvicinarsi sempre di più alla sua passione e fare le prime esperienze, nel medesimo anno acquista un proiettore che porterà con sé in estate nei cinema all’aperto della riviera romagnola comprendendo anche l’entroterra, divertendosi a proiettare film in pellicola.
Nell’anno 2009 vince il bando per la gestione del Salone Snaporaz Cinema Teatro a Cattolica, dove dandogli nuova luce, si possono apprezzare visioni d’essai e classici cinematografici, fonda il Circolo del cinema Toby Dammit di cui è il presidente, nel 2015 con altri tre amici produce un lungometraggio premiato come miglior film al ‘Respect Belfast human rights film festival’ intitolato ‘Tutti morimmo a stento’, pellicola che narra la storia di due giovani soldati antifascisti Rasi e Spinelli giustiziati a Cattolica.
Il suo primo obiettivo è stato raggiunto però Carlo non è ancora del tutto soddisfatto, a differenza del cinema come per il bar che ritiene anch’esso un ottimo contenitore, voleva creare qualcosa di particolare, ovvero mantenere sempre la classica caffetteria ma che nel contempo fosse anche un locale ‘multitasking’…
Arno Cafè come locale alternativo, un container culturale, un artistico bazar per chiunque, un punto di riferimento a 360° dove si possono fare due risate durante una serata di stand-up comedy, ascoltare musica di nicchia proposta sia da band italiane che straniere, dj set dal sound ricercato.
A questo punto vi chiederete cosa c’è di particolare in tutto ciò…
Carlo è il regista e lo scenografo dell’Arno, ha saputo allestire il suo spazio come un centro culturale mettendolo a disposizione di tutti, ha creato una realtà che per il momento è inesistente sul territorio cattolichino, un contesto che si avvale di validi collaboratori quali Igor Bardeggia per quanto riguarda i palati sopraffini chef e ristoratore da sempre, Chiara Ricciputi barlady e gestrice di diverse attività tra cui il Camarillo e Giorgia Annibalini alias Cobra Dj con i suoi soundselection e organizzatrice di eventi musicali.
Essere lungimirante non è cosa da poco, Carlo con la sua attività offre la possibilità a qualsiasi persona che abbia una passione di poterla sviluppare, di farsi conoscere, di poter sperimentare e proseguire nel proprio intento, Arno come un areoporto dove atterrare, lasciare il bagaglio personale fatto di arte, di strumenti, di voci, di risate, di colori, per poi ripartire verso altre destinazioni.
Se volete fate scalo all’Arno è sempre interessante avere degli scambi culturali.
Have fun!!

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