LA LIBERTA’ DEI COLORI Massimo Bacchini Laboratorio Zona Lumen

LA LIBERTA’ DEI COLORI Massimo Bacchini Laboratorio Zona Lumen

Cattolica, via Pascoli, tra le mie viuzze preferite della città, dal sapore antico, storico, che ancora riecheggia nell’aria, racchiuso in ogni suo sampietrino; sa di mare, di sole, di gente a passeggio, turisti alla ricerca di souvenirs, di oggettini particolari da regalare una volta rientrati a casa dalle vacanze estive.
Il profumo inebriante degli alberi in fiore, il sangiovese, la musica romagnola che intratteneva i commensali divertiti e spensierati al ristorante da Cevoli, meglio conosciuto come l’antica trattoria dei marinai, le simpatiche e variopinte bancarelle che facevano da cornice, un piccolo ‘tour’ poco lontano dal mare e dalla sabbia cocente.
Ormai sono passati diversi anni da questi ricordi e, molte bottegucce non esistono più, alcune hanno cambiato gestione altre invece si sono trasformate ed adeguate alle richieste di mercato.
Ma qualcosa di originale ancora è rimasto…

A pochi passi dall’ingresso in via Pascoli oggi come allora, è possibile sognare ad occhi aperti, possiamo soffermarci e fare un pieno di colori, scacciare un momento grigio della giornata ammirando il Laboratorio Zona Lumen: una ‘sferzata’ di colori!!
Massimo Bacchini apre le porte del suo laboratorio, oserei definirlo un salottino, al suo interno l’aria che si respira è cordiale, leggera, i suoi quadri ti invitano ad entrare, a metterti a proprio agio sedendoti su di una comoda poltrona e scambiare quattro chiacchiere con il padrone di casa.
Massimo per gli amici Boccio nasce a Cattolica dove tuttora vive, comincia presto a disegnare, già all’età di tredici anni studiava e cercava di capire, di apprendere il più possibile le tecniche della pittura , crescendo ed in attesa di svelare anche a se stesso la sua impronta artistica, d’estate svolgeva il lavoro di bagnino di salvataggio sull’arenile cattolichino.
A trentadue anni si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Urbino, la sua arte timbrica appartiene alla fumettistica, i suoi disegni sono chiari, netti piuttosto lineari e molto tecnici, di primo acchito potrebbero sembrare infantili ma osservandoli bene non sono nulla di tutto ciò anzi sono unici, particolari e per niente astratti; potremmo descriverli seguendo le parole di Massimo, come un viaggio nel tempo, attraverso il suo subconscio, un percorso ironico riprodotto nella pittura che ritrae la sua vita e quella di tutte le persone con cui ha interagito.
Massimo Bacchini è un uomo di cultura in generale e appassionato della storia dell’arte ma, per un attimo, facciamo un passo indietro ricollegandoci al suo periodo accademico; nel momento esatto in cui Massimo stava sfogliando un libro di testo e ne rimase profondamente stupito, quasi incredulo vedendo un’illustrazione… Trattasi dell’Antigrazioso di Carlo Carrà, pittore e critico d’arte italiano.

E’ stato come aprire un vecchio cancello arrugginito, chiuso ormai da troppo tempo…
Bacchini si rese conto che quella era la strada giusta, i suoi personaggi, i suoi paesaggi fiabeschi che aveva prodotto sin dalla giovane età, dovevano essere ‘liberati’, come lui del resto, dalla schematizzazione, dalle impostazioni, dovevano essere non più succubi della tecnica, bensì sciolti, svincolati, fluidi, al di fuori di ogni linea retta.
Massimo è stato in grado di riconoscere per ciò che lo riguarda che, continuare a dipingere seguendo una procedura, sarebbe stato un po’ come bleffare, ignorare la sua natura, non mostrare ciò che è in realtà, perché secondo lui se oltre la tecnica non c’è l’estro, la creatività, nulla di tutto ciò può sussistere.
Per Boccio il mettersi in gioco nella vita non è stata cosa facile, uscii da un periodo difficile dove le responsabilità presero sempre più spazio nella sua quotidianità, ma non si è mai dato per vinto, sfidandosi, compiendo un ulteriore passo verso se stesso per poi tramutarlo nei suoi dipinti: la ‘sospensione del giudizio’, che consiste nell’avere quella leggerezza creativa finalmente ottenuta, quando riuscì a scrollarsi di dosso il peso di essere un artista e ritrovandosi nel ruolo di pittore, un mestierante dell’arte pittorica.
Si definisce un pittore compulsivo, quando dipinge è in preda ad una vera ‘ansietà’ che sfocia in una lotta contro il tempo, il suo tempo, che riesce a ‘rapire’ quando inizia a dipingere e che riesce a fermare una volta che l’opera è terminata, lasciando così una traccia di sé che rimarrà eterna in divenire.

Si mette all’opera nel suo salottino in tarda serata fino a notte fonda, i suoi quadri parlano, sono stati d’animo, i suoi personaggi ritratti sempre con lo sguardo verso il cielo, come a un volersi elevare… Non casualmente, se proviamo a notare i dettagli dei suoi dipinti, sono sempre in numero dispari, particolare che troveremo sempre e mai premeditato.
Osservando Massimo e il suo laboratorio equivale ad entrare in una magica bolla di sapone colorata e fluttuante, una forma di meditazione artistica, dove le tinte si intonano e si mischiano perfettamente, solo effetto del puro estro…
Laboratorio Zona Lumen sinonimo di luminosità, spazio dove l’ingegno, il talento, la creatività dell’artista vibra in un flusso straordinario visibile solamente a chi, in totale libertà, saprà apprezzare.

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