MAGIC BOX Manuele Magnini alias dj Cathatonik
A parte il fatto che, quando l’ho incontrato per la prima volta mi sono chiesta dove fossi in quel preciso momento o meglio sapevo benissimo dove mi trovavo, cioè all’interno dello Spazio Webo un locale alternativo di Pesaro ma la mia sensazione era un essere in bilico tra presente e passato, tra déjà-vu e un jamais-vu, tra come passa il tempo e come il tempo non passa mai arrivando poi al dubbio amletico: lo conosco o non lo conosco?…
Ehh già…
Mi è sembrato di vedere Robert Smith il cantante dei Cure… devo dire onestamente che gli assomiglia parecchio e non solo fisicamente…
Manuele Magnini in arte Dj Cathatonik ma per capire bene di che cosa si occupa dovremmo immaginare di avere una scatola magica, un contenitore dove è possibile rovistare, cercare, vedere e trovare tutto ciò che lo riguarda.
A volte istrionico, a volte vanitoso (gli piace essere paragonato a Robert) ed anche velatamente misterioso… doti con le quali gli piace costruire e mantenere la sua personalità ed il suo personaggio, apparentemente improntato solamente sull’immagine ma che invece, si fonda su buone basi di conoscenza e musicalità.
Nasce a Pesaro, frequenta il liceo scientifico ma all’età di 16 anni intollerante all’attività scolastica, come valvola di sfogo si rifugia nella musica rock, i Sex Pistols illuminano il periodo ‘non dei migliori’ e la mente di Manu, facendo in modo che possa trovare una sua forma di ribellione, un ‘luogo’ in cui stare bene, un modo per evadere dalla propria quotidianità.
Detto fatto, compra una chitarra elettrica senza neanche saperla suonare (imparerà a suonarla come autodidatta) e decide di formare una band con due amici, uno batterista proprietario di un negozio di strumenti musicali a Pesaro e l’altro bassista, si ritrovano in una piccola capanna in campagna (una sala prove into the wild) a provare e riprovare canzoni dei Nirvana, dei Cure e dei Dinosaur Junior ma anche brani propri, lunghe improvvisazioni e cacofonie.
Don’t è il nome della neo band che parteciperà ad un Festival musicale di Fano ma per Manu non è una sistuazione entusiasmante a partire dal nome, non gli piaceva… il tutto condito da malumori, da diversi litigi per avere la leader-ship e discussioni sui testi dei brani che a suo dire non erano poi così tanto validi, emozionanti…
Nel 2002 durante un concerto al Centro Sociale del capoluogo pesarese, vengono notati da un famoso musicista di Pesaro che, folgorato dalle loro improvvisazioni eseguite con chitarre scordate, li invita presso il suo studio proponendogli di fare un disco e collaborazioni (definite container) con altri musicisti, suggerimento preso al volo, disco prodotto, nuovo nome alla band Container 47 che, in una serata storica al Fuente di Fano organizzata dall’amico Mirko Bertuccioli dei Camillas, suoneranno all’apertura del concerto dei At the Drives, gruppo musicale indie noise.
Tra una divergenza e l’altra il gruppo decide di prendersi un periodo di pausa per poi arenarsi… ma Magnini non molla, vuole continuare e trova altri componenti Filippo Angelucci, Roberto Baioni e Battistoni Marco, riuscendo così nel 2003 nel loro intento quello di essere selezionati e di partecipare direttamente all’Arezzo Wave, festival italiano incentrato principalmente sulla musica rock, da questa esperienza scaturisce un nuovo disco ma anche un altro stop per il gruppo…
Questo stallo durerà diversi anni ma non per Manuele che essendo sempre in fermento trova il tempo ed il modo per combinare sempre qualcosa, accoglie un nuovo cambiamento artistico-sonoro, una forma quasi terapeutica, riequilibrante e con annesso stile di vita, si avvicina al mondo musicale dark variante oscura e malinconica della musica new wave e post-punk, forma un duo con Damiano Simoncini alla batteria i Versailles, una bella fusione che, sotto l’influenza di diversi stili musicali comporranno quattro dischi e gireranno tutt’Italia con un centinaio di concerti.
Nel frattempo giusto per non farsi mancare nulla e spinto anche dall’esigenza di guadagnare per mantenersi, cosa combina?
Si propone al Fuzz di Pesaro come dj (20 euro tutti i giovedì sera per un anno) bella gavetta…
Nasce così Cathatonik dj, appellativo derivato dalla visione astratta di avere un dj che mentre mette musica dorme, si ritrova a suonare al Bunker in una serata Moonlight con Anna Graves conosciuta precedentemente e sua forte sostenitrice, debutta come organizzatore di eventi al Why Not (PS) collaborazione che dura tutt’ora…
Contemporaneamente da vita a molte altre situazioni:
forma un’altra band post-punk Key Lectric, producono un disco, faranno diversi live ma poi a causa del trasferimento in America del batterista tutto finisce, qualche anno dopo nascono i Celestial con Ale Costa dei Soviet Soviet e Tommaso Giommi, composti solamente da tre chitarre senza batteria, genere noise post industrial dark dai volumi altissimi con frequenze fastidiose e taglienti, esce un ep e poi l’avventura finisce; arrivano gli Scanners, producono musica rif medioevale, neo folk con chitarre elettriche dove Manu si diverte in una performance, quella di incendiare a fine concerto un disco della batteria…
Al suo attivo come band:
Dissonics (progetto nuovo dove Manu è l’unico componente del gruppo).
Disco Death (riassume musicalmente tutto ciò che ha sperimentato sino ad ora, noise, dark e black metal).
Container 47 alias Manuele Magnini, Filippo Angelucci, Roberto Baioni e Federico Matese (formazione attuale dopo 8 anni di stop), produzione di un disco con etichetta estera No pleasure, passaggi radio online, ottime recensioni e nel giugno 2022
aprono il concerto della band rock americana Dinosaur Jr pensate che gli stessi Nirvana all’inizio della loro carriera fecero da gruppo spalla alla suddetta band.
Cathatonik dj:
Resident dj agli eventi Decadence al Red di Bologna.
Dj FN Fetish Night a Saludecio (RN)
Dj al Peter Pan di Riccione
Dj presso Batbox al Moonlight Festival
Feste dark e goth.
Probabilmente dopo aver letto ciò che lo riguarda, di primo acchito il tutto potrebbe risultare caotico come sul raccordo anulare nell’ora di punta o dedurre che sia una persona un pò inconcludente, che ha formato band, a messo su dischi ma alla fine che cosa ha fatto?
Combinare e mettere insieme diversi gruppi, far divertire con svariate sonorità tante persone anche se in maniera quasi compulsiva, è cosa stimolante, sono tanti discorsi, molteplici parole afferma Manu, soprattutto in età adolescenziale quando si possono avere difficoltà nel crescere, nel rapportarsi con gli altri oltretutto stando all’interno di una società dove a volte è difficile vivere, per me è stato fondamentale decidere di usare la mia attitudine musicale come modo per emergere, come modo di comunicare, come sistema per rompere il muro…
Manuel Magnini ha sempre avuto ben chiaro il concetto di comunicabilità se noi osserviamo anzi se noi ascoltiamo la sua musica ci accorgeremo sicuramente di quante cose ci sta dicendo, musica come un ponte comunicativo tra gli esseri umani.