OLGA BOCHENKO in arte NAGAYNE MORGAN

OLGA BOCHENKO in arte NAGAYNE MORGAN

 

… uno beve la propria tristezza e quasi se ne ubriaca.

Citazione famosa di Fedor  Dostoevskij che in poche parole descrive la toscà ovvero la tristezza, la  nostalgia quel pesante fardello da portare, un marchio impresso nell’anima della popolazione russa anche quando tutto va bene…
La Russia patria di grandi scrittori, poeti e compositori, un popolo viandante, per forza senza radici, un continuo migrare da un regime opprimente per poter sopravvivere, etnia che ha pagato a caro prezzo la propria emancipazione e culturizzazione, forte della propria spiritulità, orgogliosi del proprio essere.
Nagayne nasce a Troitsk (Oblast’ di Mosca), una cittadina della Russia centrale europea, figlia di ingegneri, una laurea come graphic designer, amante di qualsiasi forma d’arte, pittrice, scultrice, si diverte ad intagliare il legno, si occupa di ristrutturazione di affreschi e non solo, accanita lettrice, donna coraggiosa.
Pur essendo già conosciuta per i suoi bellissimi dipinti sulle stoffe degli ombrelli e per le straordinaria pittura delle sue matrioske, purtroppo e nonostante tutto, decide di lasciare la sua città per trasferirsi in Italia nel 2015 inizialmente a Gabicce Mare poi a Pesaro, dove tuttora risiede con suo marito Ivan e lavora come consulente d’arredo; in cerca di un futuro migliore cosa che non poteva avere nella sua terra natia, luogo in cui non vi era nessuna certezza, nessuna speranza per il domani e per non dover sopportare in quanto donna, una situazione tuttora esistente di reale e forte maschilismo sia nella società che nella vita privata, condizione che porta le donne russe ad essere altamente discriminate.
Grazie alla mamma che, non solo è un’ingegnera ma anche una brava pittrice, inizia a raffigurare i suoi primi quadri ispirandosi ad Alfons Maria Mucha importante artista ceco dell’Art Nouveau, i colori che Nagayne usa per le sue tele sono prevalentemente l’azzurro, il blu, il nero, il bordeaux tinte che per antonomasia appartengono al freddo, al buio, al distacco ma se riusciamo ad uscire da questa abitudine stereotipata non possiamo fare a meno di notare il calore, la vivacità, l’espressività e la dinamicità dei suoi dipinti ricchi di tanti significati, un equilibrato allineamento di tonalità tra chiaro e scuro, tra oscurità e luce, tra positivo e negativo, un interfacciare di colori, di armonie, di sinergie convolate in un’unica direzione, quella del vivere con più serenità, nell’accettare sia le cose buone sia quelle cattive, messaggio che traspare chiaramente attraverso le opere di Nagayne.
Olga Bochenko è dotata di una dolce determinazione riflessa nei suoi occhi celesti, ricca di conoscenza e cultura, calma, riflessiva e costante nel suo progredire.
Appassionata di antropologia fisica, apprende da un documentario che, negli anni ’90 al confine tra Russia e Cina venne ritrovata la mummia dell’Altai o principessa Ukok, ne rimase colpita in quanto, come si scoprirà  anche per altri corpi mummificati che, sulla loro pelle furono rinvenuti dei tatuaggi, disegnati in specifiche parti del corpo con il preciso scopo di curare, di alleviare il dolore della persona, una specie di agopuntura dell’età della pietra, inoltre suddetti disegni assumevano anche un’altro importante significato, cioè fungevano da carta d’identità alias documento che serviva per riconoscersi tra le diverse tribù nomadi; tanta è stata la passione per questa scoperta che Nagayne decise di riprodurre questo reperto su di una tela chiamandola ‘Regina dei ghiacci’, riconosciuta come tra le sue opere più apprezzate, Olga in seguito si cimenterà anche come tatoo maker al Black Market Tatoo a Cattolica dove, dopo uno stage vi rimase per la durata di quattro anni.
Il suo sogno d’artista prosegue, dopo mille barriere superate ha ripreso la strada che gli appartiene, Nagayne deriva da Nagaina personaggio immaginario (cobra femmina) del racconto Rikki-tikki-tavi contenuto ne Il libro della giungla di Kipling, ma a differenza di esso Olga racchiude in sé le caretteristiche positive ovvero l’essere forte, intelligente, sensibile, possedere un grande temperamento, non ama manipolare ed essere manipolata, energia cosmico-divina e custode della conoscenza… questo è il suo personale tatuaggio indelebile.

 

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